Quantcast
Channel: TREKKING
Viewing all 25 articles
Browse latest View live

Rifugio Nassano

$
0
0
Rifugio Nassano

Itinerario pubblicato con la collaborazione dell'Associazione La Pietra Verde.

Questo antico sentiero rappresentava fino ad alcuni decenni fa l’unica via per arrivare alla colletta, prima che venisse creata la strada in asfalto.

Il sentiero segue inizialmente i due itinerari che collegano il Monte Penice al Passo del Giovà, (101-Il passo del Condottiero e La via Longa) fino alla frazione di Bocco; qui i sentieri si dividono.

Il sentiero Nassano si inerpica in salita tra pinete e boschi di faggio, affiancando per circa un’oretta il sentiero 101 fino ad un pianoro immerso in una bellissima faggeta.

Qui si abbandona il percorso 101 e si prosegue in linea retta seguendo la curva di livello, fino ad arrivare in pochi minuti in una zona prativa. Il tracciato prosegue seguendo il segnavia posto sui pali di legno del telefono che ci accompagnano per circa un quarto d’ora fino a raggiungere il Rifugio Nassano.

Storia del Rifugio Nassano.

Verso gli anni’ 30, a Voghera un gruppo di giovani e appassionati di montagna, comprarono una struttura prefabbricata di legno a forma esagonale, che era collocata in piazza Meardi ed usata per la vendita di bibite, la smontarono e la portarono a Cima Colletta.

Nacque così il Rifugio Nassano di Cima Colletta, da principio poco più di una baracca, capace però di dare sicurezza e fiducia a chi si avventurava su questi monti. Durante la seconda guerra mondiale però, il rifugio venne distrutto e quindi sostituito con una casermetta in pietra, che ben presto non ebbe vita migliore. Infatti, negli anni 1943-45 il fronte si sposta in Italia, in quegli anni tutta la montagna in Italia è preclusa ad ogni forma di alpinismo e la distruzione del rifugio di Cima Colletta è solo una tra i tantissimi esempi di rifugi distrutti.

A guerra finita, già a partire dal 1945, il gruppo CAI di Voghera si rimise in moto e chiese alla sede centrale CAI di Milano di intervenire presso il Ministero di guerra.

Risposero positivamente il comune di Voghera, l’Ente Provinciale Turismo, la Camera di Commercio di Pavia e la Comunità Montana.

Alla fine dell’estate del 1946 il rifugio Nassano fu completato: il 22 settembre 1946 al rifugio fu grande festa, era il giorno dell’inaugurazione!

Da quel giorno si chiamò Vittorio e Aristide Nassano a ricordo di due vittime di guerra.


Sentiero della Muscarella

$
0
0
Sentiero della Muscarella

Itinerario pubblicato con la collaborazione dell'Associazione La Pietra Verde.

Dal paese di Brallo di Pregola si prosegue per circa 30 minuti in leggera salita fino al rifugio incustodito La Faggeta, superato il rifugio ci si inoltra in un bosco misto. Il percorso prosegue attraversando boschi di faggio e percorrendo il crinale del Monte Muscarello fino ad incrociare la Strada Provinciale del Monte Penice. Si devia a sinistra in direzione Pregola, dove si incontra, dopo poche centinaia di metri, il Centro Federale Tennis.

Questo Centro situato nella frazione di Pregola, insieme ad altri 6 centri nazionali è gestito per conto della FIT (Federazione Italiana Tennis), dall’Associazione Sportiva Luigi Orsini. I centri federali rappresentano una realtà unica in Italia: accolgono ragazzi e ragazze dai 7 ai 15 anni con le finalità di divulgare e inculcare attraverso una vacanza-sport i principi basilari di una sana cultura sportiva ed agonistica, di educazione ambientale, di vita comune.

OFIOLITI

Il percorso prosegue su strada asfaltata e dopo circa 1 km a metà strada dal paese di Brallo, si arriva in una piccola area attrezzata con tavoli da pic-nic e sorgente, denominata “La Fontanella”, procedendo sempre su strada asfaltata ancora per 1 km, si fa ritorno al paese di Brallo

Sentiero del mugnaio

$
0
0
Sentiero del mugnaio

Itinerario pubblicato con la collaborazione dell'Associazione La Pietra Verde.

Superato il paese di Colleri, in direzione Ponte Organasco, si devia a sinistra per imboccare una strada sterrata che in pochi minuti giunge ai ruderi di due antichi mulini.

I mulini ad acqua, utilizzati per macinare grano, castagne e granoturco, sono stati adoperati fino a qualche decennio fa, fino all’avvento dei più moderni mulini a cilindri. Il mulino era un luogo molto particolare, era un luogo d’incontri, perché vi s’incontravano persone di paesi diversi, che, aspettavano il loro turno per poter macinare a volte un unico e preziosissimo sacco di grano, chiacchieravano scambiandosi idee, novità e a volte concludevano affari, vendendo animali, attrezzi da lavoro e quando la fortuna li assisteva addirittura qualche pezzo di terra. La caratteristica di questi mulini era la ruota molto stretta e alta una decina di metri, ancora oggi ben visibile; questa ruota girava grazie alla spinta dell’acqua del Fosso dei Mulini.

Attraversato il Fosso dei Mulini si prosegue in leggera salita, costeggiando per qualche tratto, la strada provinciale che porta a Ponte Organasco, per inoltrarci attraverso bellissimi castagneti.

La mulattiera prosegue scendendo nella parte alta del paese di Pieve di Montarsolo

Giunti nel paese, è possibile raggiungere il Santuario della Madonna dell’Aiuto, risalente al 1400 e la famosa ultracentenaria Rovere Grossa con una circonferenza di circa 7 metri.

Il ritorno da Pieve di Montarsolo verso Colleri diventa una piacevolissima camminata attraverso bellissimi castagneti.

Anello Monte Lesima

$
0
0
Anello Monte Lesima

Itinerario pubblicato con la collaborazione dell'Associazione La Pietra Verde.

Dai piani di Prodongo, si percorre in direzione nord-ovest, tutta la strada sterrata fino ad incontrare la provinciale Brallo-Giovà (SP 88) a quota 1358 m s.l.m., in corrispondenza di una sella.

In questo tratto sul fianco sinistro della strada sono visibili gli strati rocciosi della formazione geologica detta “Calcari di Monte Antola”.

Arrivati alla sella si prende a sinistra una traccia di sentiero che percorre quasi integralmente tutto il crinale spartiacque tra le Valli Staffora (a destra per chi sale) e la Valle Trebbia (a sinistra per chi sale).

In poco tempo, camminando nel bosco si arriva al Monte Terme (1489 m s.l.m.), dal quale si ha una bella vista di tutto il resto del tracciato e del Monte Lesima con il suo ormai caratteristico radar.

Da qui, camminando prevalentemente su prati, con qualche tratto ripido, dopo il Passo della Ritorta si arriva sul Monte Tartago (1688 m s.l.m.), con bella vista su tutto l’orizzonte.

La meta è ormai vicina: a circa un km la si raggiunge immettendosi quasi subito sulla strada che sale all’impianto radar del Monte Lesima.

In breve si arriva quindi sulla vetta del Lesima, dove, accanto alla sfera del radar, poco più in alto svetta la caratteristica croce metallica.

Si scende sul versante est della montagna, su ripido e sassoso sentiero; in questo tratto si incomincia a vedere chiaramente la ripida parete rocciosa del Monte Lesima formata da tanti strati rocciosi di diverso spessore tipicamente alternati; si tratta dei Calcari del Monte Antola.

Attraverso prati e boschi si scende in località Prato di Cavanna (1370 m s.l.m.), dove si incontra la strada che da Corbesassi conduce a Zerba.

La si segue scendendo a sinistra e, attraverso boschi e pinete, si arriva al punto di partenza.

Fontana vecchia

$
0
0
Fontana vecchia

Itinerario pubblicato con la collaborazione dell'Associazione La Pietra Verde.

Dal Rifugio Nassano, si diramano due sentieri che portano a due piccole frazioni: Barostro e Valformosa: “Il sentiero Fontana vecchia e il sentiero Narcolo”; il primo è raggiungibile in circa mezzora, attraversando prati, boschi di faggio e una fontana: “La fontana del Bugo”per poi giungere in circa 10 minuti alla frazione di Barostro, mentre il secondo poco più impegnativo, in circa 45 minuti raggiunge Valformosa attraversando una splendida faggeta.

Consigliamo una volta scesi verso la frazione di Valformosa e incrociata la strada asfaltata, una piccola deviazione alla nostra sinistra, di circa 1 km in direzione Barostro fino a giungere nel luogo detto Narcolo, zona panoramica a picco sopra i meandri del Torrente Staffora

Il paese fantasma

$
0
0
Il paese fantasma

Itinerario pubblicato con la collaborazione dell'Associazione La Pietra Verde.

Sicuramente un itinerario molto suggestivo che conduce ad un vecchio paesino abbandonato da molti decenni.

Si risale la strada asfaltata dalla piazza di Brallo fino alla frazione di Bocco, si piega verso sinistra e superato il piccolo nucleo di case, si giunge alla Fontana grande collocata nella parte alta del paese.

Da questo si piega alla nostra sinistra e si segue la carrareccia che collega la frazione al paese di Corbesassi, attraversando una fascia molto singolare con boschi, pinete e vaste zone prative pianeggianti particolarmente suggestive, fino a giungere prima ad una fontana e poi al centro del paese di Corbesassi.

Superata la Chiesa, si scende verso sinistra dove dopo pochi minuti incontriamo la strada Comunale che porta al paese di Ponti. Si prosegue su strada asfaltata per circa 1,5 km e mantenendo sempre la nostra sinistra, si fiancheggia il paese fino alla fontana. (si consiglia una visita al castagneto secolare). Dalla fontana, si continua a scendere, lasciando alla nostra sinistra un mulino ad acqua, e si prosegue in discesa su strada sterrata per circa 50 minuti, fino ad arrivare al Torrente Avagnone.

Si guada il torrente e si risale per circa 15 minuti in direzione frazione Lama, poi il sentiero devia bruscamente a destra e attraversa zone prative con muretti a secco fino ad arrivare ad un altro guado sempre sul Torrente Avagnone. Attraversato il torrente il percorso ci porta al paese di Rovaiolo Vecchio in circa 20 minuti.

A Rovaiolo Vecchio si possono ancora osservare con meraviglia le tecniche di costruzione delle strutture delle abitazioni tutte in pietra locale usate dai nostri avi ed esaminare nel dettaglio come la copertura delle abitazioni fosse in pietra, infatti venivano usate pietre lisce e sottili estratte dal torrente vicino, mentre per porte e finestre, venivano poste come cornici e architravi, grosse pietre lavorate in arenaria. Un consiglio è quello di osservare come un villaggio rurale come questo non solo si inserisce perfettamente nell’ambiente che lo circonda, ma anzi, ne arricchisce e impreziosisce tutto il paesaggio circostante.

La Faggeta

$
0
0
La Faggeta

Itinerario pubblicato con la collaborazione dell'Associazione La Pietra Verde.

Semplicissimo itinerario, adatto a tutti, specialmente alle famiglie. Si tratta di una passeggiata in gran parte su strada asfaltata, ma che attraversa splendide faggete e pinete fino ad arrivare al rifugio incustodito La Faggeta.

Dalla piazza di Brallo di Pregola, si sale verso la chiesa; al bivio successivo si prende la strada a destra, si risale quindi la strada asfaltata, abbastanza ripida, fino a raggiungere il Piano della Crocetta (pianoro dove si diradano altri 2 sentieri, La Via Longa e L’anello del Montagnola). Da qui ci si inoltra nel fresco di una magnifica abetaia, fino a raggiungere la vecchia stalla (ora Rifugio della Faggeta) con vicina una fontana; un sentiero permette poi in pochi minuti di arrivare al Pian del Lago dove si trova un campo da calcio molto frequentato nel periodo estivo.

Inoltre l’ambiente di ecotono risulta favorevole alla presenza di grandi mammiferi, non è difficile in quest’area fare incontri con ilcapriolo (Capreolus capreolus) o il cinghiale (Sus scrofa), come testimoniano le numerose impronte sul terreno

Passo del condottiero

$
0
0
Passo del condottiero

Itinerario pubblicato con la collaborazione dell'Associazione La Pietra Verde.

Il sentiero percorre quasi integralmente il crinale che separa la Valle Staffora dalla Val Trebbia, attraverso il Passo del Brallo, collocato a più di metà percorso.

Parte del tracciato si svolge su strade asfaltate (circa 6 km in vari tratti), il rimanente su stradine sterrate o sentieri.

Dal passo del Giovà (1360 m s.l.m.) si percorre un tratto della SP 88 (circa 900 m) fino al Colle di Pej (1379 m s.l.m.); qua si lascia la strada per deviare a destra, inoltrandosi nel bosco per un piccolo sentiero che segue il crinale in direzione del Monte Lesima.

Giunti in vicinanza del Monte Tartago (1688 m s.l.m.) si incrocia la stradina asfaltata che raggiunge la vetta del Monte Lesima (1724 m s.l.m.). Dalla vetta, si torna sui nostri passi, per circa 500 m e si scende in direzione Nord, sempre mantenendosi sullo spartiacque.

Si fanno due brevi risalite (Monte Terme e Monte La Colla) per poi arrivare in discesa alla sella della Colla (1358 m s.l.m.), su percorso prevalentemente boscoso.

Dalla sella, dove si incrocia la strada che sale dai Piani di Prodongo, si continua per sentiero mantenendosi sempre sul crinale, raggiungendo la cima Colletta (1494 m s.l.m.).

Dalla cima si scende per ripido sentiero fino alla frazione Bocco, da dove in parte su strada asfaltata e in parte su sentiero, si raggiunge Brallo di Pregola, punto più basso dell’itinerario (950 m s.l.m.).

Dalla piazza del paese dove passa la SP 186 che scende in Val Trebbia, si prende la strada per Pregola, abbandonandola dopo circa 200 mt prendendo a destra la ripida strada che conduce verso l’abitato di Dezza.

La si segue per circa 1 km, quindi, in corrispondenza di una curva sulla destra, la si abbandona per una sterrata che sale nella pineta fino al rifugio incustodito “La Faggeta”. Poco prima del Rifugio, si devia a sinistra e si attraversa una splendida faggeta, fino ad incontrare la SP 89 dopo Pregola, in corrispondenza dell’incrocio con la strada che scende a Ceci.

Attraversata la Provinciale, si prosegue per boschi su stratto sentiero ancora per circa 20 minuti. Fino alla vetta del Penice, si segue più o meno fedelmente il confine amministrativo tra le due regioni Lombardia (a sinistra) ed Emilia Romagna (a destra).

Da qui occorre seguire la provinciale fino al passo Scaparina (1100 m s.l.m.), con splendide viste sulla Val Trebbia.

Giunti al Passo Scaparina, si lascia la provinciale per un sentiero che diventa quasi subito una strada sterrata e sale ripidamente verso la vetta del M. Penice, attraversando dapprima pascoli e poi fitte pinete. Si giunge così sulla panoramicissima vetta del M. Penice (1460 m s.l.m.), raggiunta da una strada asfaltata.


Il Sentiero dei Briganti

$
0
0
Il Sentiero dei Briganti

Itinerario pubblicato con la collaborazione dell'Associazione La Pietra Verde.

Questo itinerario escursionistico, lungo circa 5 km, collega i paesi di Brallo (m.950 slm) al paese di Fego (550 m s.l.m.). Da Brallo si raggiunge su strada asfaltata la frazione di Bralello in circa 15 minuti, il percorso attraversa la piccola frazione e scende su mulattiera verso il Bosco dei Giganti, uno stupendo bosco di castagni secolari. Il castagno forma estesi boschi nelle località montuose tra i 300 metri e i 1000 metri di altitudine. E' un albero con un bel tronco e con una chioma quasi rotonda.

E' una pianta che può vivere diversi secoli e raggiungere grandi dimensioni, in alcuni casi arriva ad avere una circonferenza di parecchi metri e un'età che supera i 700 anni. Superato il castagneto, la discesa si fa più ripida e prosegue fino ad arrivare ai ruderi del Mulino dei Cognassi. Il Molino dei Cognassi era una struttura in pietra a vista con una cascina e una stalla, con davanti un grande prato. La caratteristica di questo molino era la ruota molto stretta e alta quasi dieci metri, ancora oggi ben visibile; questa ruota girava grazie alla spinta dell'acqua del Fosso del Freddo che nasce a Cima Colletta, per poi confluire nel Rio Montagnola e quindi sfociare nel Torrente Staffora vicino a Fego. Proseguendo, si guada più volte il Montagnola e in circa 30 minuti, si giunge alla Grotta dei Briganti, formata da enormi massi di granito. I massi sorgono sopra una piccola radura poco distanti al paese di Fego, sono poggiati uno contro l'altro e formano un anfratto che può contenere alcune persone. Nei tempi passati è stata il rifugio segreto di gruppi di briganti che, una volta assalita la carovana o il povero viandante, si rifugiavano nella grotta, sicuri che nessuno osasse salire fin quassù per cercarli. Dalla grotta, si prosegue ancora per circa 15 minuti, si guada per l'ultima volta il Rio Montagnola e si giunge al paese di Fego.

Il sentiero del grillo

$
0
0
Il sentiero del grillo

Partenza: Varzi (mt. 409)
Arrivo: Bosmenso Inferiore (mt. 492)
Tappe intermedie: Monteforte (mt. 697), Capanna del Cavagnò, Capanna del Grillo (mt. 678)
Lunghezza del percorso: circa 13,5 km (anello con ritorno su asfalto)
Tempo di percorrenza: poco più di 4 h., andata e ritorno
Segnavia: bianco-rosso "grillo"


Capitando spesso dalle parti di Varzi, mi è caduto l'occhio più di una volta su di una stretta stradina segnalata in bianco-rosso che, appena prima del ponte sullo Staffora scende accanto al letto del fiume.
"Prima o poi leggerò quel cartello", mi son sempre detto e alla fine, nonostante ci abbia messo tutto questo tempo, mi sono fermato a leggere cosa c'era scritto. "Sentiero del grillo", mah. In Oltrepo hanno la strana abitudine di dare questi nomi particolari ai sentieri, così non mi stupisco più di tanto: anzi, a pensarci bene non è mica una scelta stupida, contribuiscono a creare più curiosità attorno agli itinerari. Vado subito al computer, cerco "sentiero del grillo" su google ed ecco i primi risultati: da Varzi a Bosmenso, piccolo comune dell'alta valle Staffora dove non sono mai stato. E allora ci devo andare.

Sabato mattina freddo nella norma, per una mattinata di dicembre. Il sole è una palla di fuoco così fastidiosa da farmi per un attimo rimpiangere le giornate nuvolose: ma i rimpianti durano poco, è una giornata troppo bella e il fatto che arrivi dopo due fine settimana di neve deve farmela apprezzare ancora di più. Il cielo è di un azzurro strano, chiaro chiaro, appena solcato dalle scie degli aerei.
Per non farmi mancare niente, arrivato a Varzi parcheggio a pochi centimetri dalla partenza del sentiero, lasciando la macchina sul ciglio della strada che congiunge Fabbrica Curone a Varzi, poco prima del ponte sullo Staffora. Indosso gli scarponi e scendo alla volta del fiume, non prima di essermi piazzato sulla riga bianca al centro della carreggiata a scattare una bella foto delle torri di Varzi dalla "porta" di ingresso in paese.
Noto subito le indicazioni della "Via dei Malaspina", un itinerario di lunga percorrenza alternativo alla via del mare che congiunge Pavia a Bobbio e che ricalca in buona parte anche il sentiero del grillo. La sterrata segue parallela il corso del fiume Staffora, lasciandomi intravedere tra gli alberi alcuni suggestivi panorami di Varzi, appena al di là del fiume, mentre davanti a me si alternano neve, ghiaccio e fango, residui delle ultime nevicate. Sullo sfondo, il monte Penice con le sue antenne, mentre sul lato della strada alcuni asinelli stanno pascolando sui prati che costeggiano il sentiero.
Ad un certo punto, il sentiero abbandona il greto dello Staffora per svoltare a destra dove, dopo aver attraversato un piccolo rio, inizia a salire su di una stradina ricavata all'interno di alcune grandi grotte. La salita è subito ripida e il caldo si fa presto insopportabile: manca l'aria, all'interno di queste conche naturali e l'abbigliamento invernale di certo non aiuta! Così, fermandomi spesso a respirare, posso ammirare delle belle viste su Varzi, ormai già lontano e sulle montagne accanto a me, colorate delle tonalità dell'autunno e appena appena sporcate dal bianco della neve.
Il sentiero spiana leggermente e guardando attentamente, tra gli alberi, posso notare sulla cima della montagna davanti a me il profilo in penombra delle case di un paese: sarà Monteforte? Lo scoprirò tra poco, quando ci arriverò.
Ancora una piccola salita e giungo nei pressi dei ruderi di una capanna in pietra, accanto alla quale transita il sentiero. Poche decine di metri più avanti, il sentiero si immette in una sterrata più ampia e dal punto di incontro delle due strade la vista su Varzi e sulla valle Staffora è splendida: sulle alture sopra al paese di Varzi fa la sua comparsa anche la torre del Castello di Oramala, che avevo visitato qualche mese fa raccontando il tutto qui. Dalla parte opposta, ecco il Monte Penice.
Continuando su di una ripida salita ricoperta di foglie, prima e di neve, poi, eccomi giungere in vista di alcune abitazioni, tra le quali si insinua la stradina che sto percorrendo, diventata nel frattempo asfaltata, che mi conduce dritto dritto nel centro di Monteforte (mt. 697), nei pressi di una fontana con le indicazioni del percorso della "Via del Sale". I cani, chiusi all'interno delle stalle, quasi si strangolano con la catena per uscire: deduco che di qui non debba passare molta gente, tanto che il loro abbaiare mi accompagnerà durante tutta la mia - breve - permanenza nel paesino.
Monteforte è un accrocchio di case poste su di un'altura addossate le une alle altre. Dalla fontana del paese, salendo tra le case, si giunge nei pressi della chiesa parrocchiale di San Colombano, sorta nel 1616 sui resti di un antico edificio fondato dai monaci colombaniani di Bobbio: la facciata è semplice e reca la scritta "Sancto Columbanum Dicatum", mentre il campanile è in pietra. Due passi tra le case di Monteforte, dove non incontro nessuno ad eccezione di un cavallo che, sentendo arrivare qualcuno, mette il collo fuori dalla porta di una stalla per guardarmi. Solo una jeep, una carriola e qualche finestra aperta mi lasciano immaginare che Monteforte sia un paese abitato anche da umani e non solo da animali. Mi lascio le case alle spalle e cammino sull'asfalto in direzione di Cella di Varzi: mi trovo esattamente sul crinale, se guardo a sinistra vedo il Penice e le altre montagne della sua catena, mentre a destra ho le montagne che separano la val Curone dalla valle Staffora.
Lascio quasi subito l'asfalto per prendere, a sinistra, una sterrata ricoperta interamente di neve con le segnalazioni bianco-rosse "grillo", che dopo una salita iniziale lascia spazio ad una bella camminata in piano all'interno di un bosco di castagni. Mi sono portato esattamente di fronte a Monteforte, che ora vedo spuntare tra i rami degli alberi: alle sue spalle, nel fondovalle, Varzi e sulle colline alle spalle di Varzi, oltre alla Rocca di Oramala, dietro ad alcune case sul crinale ecco spuntare l'inconfondibile sagoma del Monte Rosa. Mi tolgo lo zaino e sostituisco immediatamente l'obiettivo della mia macchina fotografica con lo zoom, per catturare da più vicino questi particolari.
Riparto all'interno del bosco e, in breve, giungo nei pressi della prima di tre capanne che si incontrano sul sentiero del grillo: il "capanno del cavagnò", che ospita una panca e un tavolo dove sostare e una targa in legno che commemora il fungaiolo Andrea Draghi "Endro" (cavagnò dalla "cavagna" per la raccolta dei funghi). Oltre la prima capanna, il bosco inizia a diradarsi e lascia spazio ai primi ampi panorami sulla valle Staffora: in alcuni punti, la vista mi ricorda quella della val Borbera che si può ammirare dalla Croce degli Alpini.
Ancora pochi metri ed ecco aprirsi interamente il panorama di fronte ai miei occhi, mentre un tetto rosso fa la sua comparsa sul sentiero, più in basso: è il tetto della seconda capanna, il "capanno del grillo", sito in uno dei punti panoramici più affascinanti tra tutti quelli che ho visto durante le mie escursioni. Di fronte alla capanna la vista spazia a 180 gradi da Pietragavina, che si intravede arroccato a cavallo del crinale, al Monte Giarolo, esattamente sul lato opposto, passando per il Monte Penice, Cima Colletta e il borgo di Castellaro. Al centro, sullo sfondo, l'inconfondibile sagoma del Monte Lesima con la sua palla radar in cima, preceduta da decine di versanti di montagne che si incontrano, separati solo da un po' di foschia.
Sarà in parte merito della splendida giornata invernale, ma questo è un luogo veramente fantastico.
Rimango per qualche minuto al capanno del grillo, ad ammirare il panorama e a scattare qualche foto, poi mi siedo sul tavolino e cambio l'obiettivo, per poter immortalare più da vicino la cima del Lesima e le case di Pietragavina. Nel capanno, una foto in bianco e nero di una famiglia d'epoca, la famiglia Bozzi, ricordata per aver vissuto in questo luogo.
Oltre il capanno, la discesa si fa ripidissima e permette di intravedere, dopo pochi minuti, i tetti delle case di Bosmenso Superiore. Il sole brucia la faccia, chi l'avrebbe detto che quasi alla metà di dicembre avremmo potuto godere di una giornata pazzesca come questa??
Al termine della ripida discesa, la strada svolta verso destra in direzione dei calanchi caratteristici di questa zona e poi ridiscende nuovamente, passando sul fianco di una stalla dove cavalli e asinelli si godono il sole nel recinto. Incrocio due anziani signori, su di un trattore a cingoli, che salgono nella mia direzione e li saluto con un cenno del capo. Arrivo nei pressi della terza e ultima capanna, posta accanto al campo sportivo di Bosmenso Superiore, a pochi metri dalle case in pietra della piccola frazione, ma il sentiero ancora non è finito: le segnalazioni mi fanno proseguire su di una stradina sterrata che costeggia il Fosso di Bosmenso (Rio Nero) e che mi conduce in pochi minuti in vista di Bosmenso Inferiore e della sua chiesa, dedicata a San Giorgio, posta sul greto del torrente, dove è indicato il termine del percorso (o l'inizio, per chi lo percorre in direzione opposta).
Vista l'elevata presenza di fango, neve e ghiaccio lungo il sentiero, per il ritorno ho optato per raggiungere Varzi attraverso la strada asfaltata, risparmiando così un po' di tempo e qualche chilometro. Ho così abbandonato Bosmenso e, percorso il lungo ponte sullo Staffora, ho raggiunto il piccolo paese di Carro dove ho usufruito di uno strano ponte-passerella coperto, quindi San Martino e, dopo che le numerose torri di Varzi si facevano via via sempre più vicine, ho fatto il mio ingresso in paese dall'alto, dalla strada provinciale che conduce al Passo del Brallo, per tornare all'auto parcheggiata prima del ponte.
Credo che questo itinerario unisca una varietà tale di paesaggi da poter essere considerato uno dei più caratteristici percorsi in valle Staffora: torrenti, grotte, calanchi e panorami immensi. Da ripetere nella bella stagione, magari con inclusa una bella e sostanziosa merenda alla capanna del grillo. Che ne pensate??

 

CAMMINATA IN VAL DI NIZZA PER LA FESTA D'AUTUNNO DI POGGIO FERRATO

$
0
0
CAMMINATA IN VAL DI NIZZA PER LA FESTA D'AUTUNNO DI POGGIO FERRATO

Poggio Ferrato è un piccolo borgo medievale affacciato a 600 metri di altezza sulla Valle del torrente Nizza, nel cuore delle colline dell’Oltrepò Pavese. Ogni anno, nella seconda domenica di ottobre, i vicoli e le piazzette tra le graziose casette in pietra locale si animano per celebrare con una frequentatissima sagra gastronomica l’arrivo dell’Autunno.

Nella mattinata di domenica 8 ottobre 2017, in occasione della tradizionale Festa d’Autunno, l’associazione Calyx organizza un’escursione guidata ad anello alla scoperta dei bei paesaggi che circondano Poggio Ferrato, caratterizzati da numerosi scorci panoramici dove antiche abitazioni rurali si alternano armoniosamente a boschi, prati ed aree coltivate nei loro caldi colori stagionali.

L’itinerario permetterà l’osservazione dei vari ecosistemi naturali presenti in questa porzione di Appennino e della particolarità geologica della zona: la ricchezza d’acqua, che da tempo immemore viene sfruttata dagli abitanti della valle per usi agricoli e domestici attraverso numerose e belle fontane visibili lungo il cammino. Con un po’ di fortuna, sarà anche possibile studiare alcune specie di uccelli, ascoltandone i richiami ed osservandone il volo e forse avvistare qualche capriolo intento a pascolare.

L’area è anche ricca di storia, a metà percorso incontreremo infatti la casa torre di Casarasco appartenuta ai marchesi Malaspina e legata alla creazione della vicina abbazia medievale di S. Alberto di Butrio.

L’intera escursione verrà effettuata in compagnia di due guide specializzate in eco-turismo e storia locale.

La passegiata si concluderà alle ore 13:00 circa a Poggio Ferrato, dove i partecipanti potranno pranzare nei punti di ristoro allestiti dagli abitanti del borgo che per l’occasione apriranno le loro corti e giardini. Il menù spazia dalla polenta al sugo di cinghiale o formaggio ai salumi e formaggi locali accompagnati dalle caratteristiche frittelle salate dette schite e sarà possible concludere in dolcezza con torte casalinghe e caldarroste.

Lungo le vie del borgo saranno inoltre presenti numerose bancarelle di artigianato e prodotti tipici tra le quali si potrà liberamente trascorrere il pomeriggio facendo acquisti.

Il percorso da compiere è di 7 km e si svolgerà in parte su strada sterrata e in parte su asfalto con un dislivello totale di circa 200 m. Sono necessarie calzature da trekking e una riserva di acqua.

Il ritrovo è previsto presso il campo sportivo di Poggio Ferrato in Via Ramniga 5 per le ore 09:45 (coordinate google 44.868333, 9.173108)

LA PARTECIPAZIONE E’ SOGGETTA A PRENOTAZIONE ENTRO SABATO 7 OTTOBRE

 

Rifugio Nassano

$
0
0
Rifugio Nassano

Itinerario pubblicato con la collaborazione dell'Associazione La Pietra Verde.

Questo antico sentiero rappresentava fino ad alcuni decenni fa l’unica via per arrivare alla colletta, prima che venisse creata la strada in asfalto.

Il sentiero segue inizialmente i due itinerari che collegano il Monte Penice al Passo del Giovà, (101-Il passo del Condottiero e La via Longa) fino alla frazione di Bocco; qui i sentieri si dividono.

Il sentiero Nassano si inerpica in salita tra pinete e boschi di faggio, affiancando per circa un’oretta il sentiero 101 fino ad un pianoro immerso in una bellissima faggeta.

Qui si abbandona il percorso 101 e si prosegue in linea retta seguendo la curva di livello, fino ad arrivare in pochi minuti in una zona prativa. Il tracciato prosegue seguendo il segnavia posto sui pali di legno del telefono che ci accompagnano per circa un quarto d’ora fino a raggiungere il Rifugio Nassano.

Storia del Rifugio Nassano.

Verso gli anni’ 30, a Voghera un gruppo di giovani e appassionati di montagna, comprarono una struttura prefabbricata di legno a forma esagonale, che era collocata in piazza Meardi ed usata per la vendita di bibite, la smontarono e la portarono a Cima Colletta.

Nacque così il Rifugio Nassano di Cima Colletta, da principio poco più di una baracca, capace però di dare sicurezza e fiducia a chi si avventurava su questi monti. Durante la seconda guerra mondiale però, il rifugio venne distrutto e quindi sostituito con una casermetta in pietra, che ben presto non ebbe vita migliore. Infatti, negli anni 1943-45 il fronte si sposta in Italia, in quegli anni tutta la montagna in Italia è preclusa ad ogni forma di alpinismo e la distruzione del rifugio di Cima Colletta è solo una tra i tantissimi esempi di rifugi distrutti.

A guerra finita, già a partire dal 1945, il gruppo CAI di Voghera si rimise in moto e chiese alla sede centrale CAI di Milano di intervenire presso il Ministero di guerra.

Risposero positivamente il comune di Voghera, l’Ente Provinciale Turismo, la Camera di Commercio di Pavia e la Comunità Montana.

Alla fine dell’estate del 1946 il rifugio Nassano fu completato: il 22 settembre 1946 al rifugio fu grande festa, era il giorno dell’inaugurazione!

Da quel giorno si chiamò Vittorio e Aristide Nassano a ricordo di due vittime di guerra.

Sapori e Natura alla Corte Malaspina

$
0
0
Stagionatura salami di Varzi nelle mura medievali

L’itinerario dell’escursione ripercorrerà idealmente la storia dei Malaspina, la famiglia marchionale che fu l’artefice e la custode dell’incrocio di saperi, sapori e tradizioni che ancor oggi costituisce la peculiarità della Valle Staffora.

Le attività si apriranno alle ore 10:00 con la visita guidata della rocca di Oramala, culla dei Malaspina, posta a circa 700 m. di altezza si scenderà a piedi al borgo di Varzi attraverso un percorso panoramico della durata di circa 1 ora, nel quale prati e piccole realtà agricole si alternano a boschi misti di castagni, querce carpini e frassini in cui è ancora possibile scorgere caprioli e cavalli al pascolo e le fioriture di alcune specie di orchidee selvatiche.

Giunti a Varzi andremo “a lezione di salame” nella suggestiva sede storica di un noto salumificio locale collocata in un antico magazzino mercantile che si affaccia sul camminamento delle mura trecentesche del borgo. Conosceremo così il prodotto simbolo della località e del potere mercantile dei Malaspina e lo degusteremo insieme ad altre specialità legate alla storia di Varzi. Dopo questo pranzo a buffet (il menu e disponibile sul sito www.calyxturismo.blogspot.it), effettueremo una visita guidata del borgo nel quale dal 1275 i Malaspina collocarono la sede dirigenziale del loro potente marchesato, trasformandolo in una ricca cittadina dedicata ai commerci, all’artigianato ed ai servizi dedicati al transito di merci e di persone tra la Pianura Padana ed il mar Ligure. Il grazioso centro che deve il proprio fascino al fatto di essere uno dei rari esempi italiani di borgo ad ordini di portici sovrapposti e di conservare intatto il proprio impianto medievale. L’atmosfera è particolare perché pur essendo in pieno Appennino, grazie ai colori delle case e al clima si ha l’impressione di essere in un borgo della costa ligure.

Le attività si concluderanno intorno alle ore 16:30 nel borgo di Varzi.

Per il recupero delle auto alla rocca di Oramala metteremo a disposizione un servizio di navetta per il trasporto dei soli conducenti che dovranno poi ridiscendere a Varzi per il recupero dei loro passeggeri. Per i camminatori più incalliti sarà possibile ritornare autonomamente a piedi alla rocca seguendo la strada asfaltata che la collega Varzi con un percorso in salita della durata di circa un’ora.

Il percorso dalla rocca di Oramala a Varzi è interamente in discesa e non presenta nessuna difficoltà tecnica. Sono comunque necessarie calzature comode da passeggiata con suola antiscivolo e scorta d’ acqua.  L’attività è a numero chiuso e pertanto è richiesta la prenotazione possibilmente entro venerdì 11 Maggio 2018.

IL SENTIERO DEL TIMO SELVATICO ALLA FESTA DEL MONTEBORE 2 settembre 2018

$
0
0
IL SENTIERO DEL TIMO SELVATICO ALLA FESTA DEL MONTEBORE 2 settembre 2018

Il Montebore fu il solo formaggio del Ducato di Milano servito al pranzo di nozze di Gian Galeazzo Sforza e Isabella d’Aragona, la futura Monna Lisa.

Si tratta di un prodotto particolare che prende forma, nome e sapore da un luogo ben preciso sui crinali della Val Borbera, in quella parte dell’Appennino Piemontese caratterizzato da un ambiente naturale e culturale che già sa di Liguria.

Per scoprire il profondo legame di questo formaggio con il suo territorio di produzione, in occasione della annuale Festa del Montebore abbiamo organizzato una camminata di media montagna di grande interesse paesaggistico durante la quale sarà possibile scoprire la peculiare geologia e vegetazione del luogo insieme agli eventi che ne hanno condizionato la storia.

L’itinerario dell’escursione (percorso di 6 km. con un dislivello totale di 200 m) prevede un primo tratto in salita tra boschi naturali di castagni e roverelle dalla Costa di Montebore fino al crinale compreso tra la vetta arenacea del monte Barillaro (804 m) e quella del Monte Gavasa, da cui si apre una splendida vista a 360 gradi sui monti del Gruppo dell’Antola e sulla Valle del Borbera con i pittoreschi centri storici di Dernice, Montebore e Borgo Adorno.

In questo tratto elevato, dalle particolari caratteristiche pedoclimatiche è possibile ammirare una peculiarità botanica costituita da una vasta crescita di timo selvatico, pianta aromatica che normalmente è presente solo in zone dal clima decisamente più mediterraneo. Gli abitanti del posto la ricordano ancora come parte della dieta seguita dai bovini e ovini allevato quassù allo stato brado che attribuiva al loro latte e quindi al Montebore un sapore distintivo.

Suggestivi passaggi tra pareti di conglomerato e zone calanchive caratterizzeranno invece la discesa alla località Parogna dove sarà stato allestito il percorso gastronomico della Festa del Montebore in cui sarà possibile pranzare a base di assaggi del territorio.

Il ritrovo dei partecipanti è previsto per le ore 10:00 in localita’ Costa di Montebore, presso i prati riservati a parcheggio della Festa in Strada Provinciale 123, comune di Dernice (AL). L’attività si concluderà verso le ore 12:30 all’area della Festa del Montebore.

La quota di partecipazione è di 15 Euro a persona e non include degustazioni, ma solo l’escursione in compagnia di guide ambientali escursionistiche dell’Associazione Calyx.

Tesseramento e versamento della quota di partecipazione avverranno alla partenza il giorno stesso dell’escursione.

La partecipazione è soggetta a prenotazione entro le ore 12:00 del 1 settembre.

CAMMINATA GOLOSA ALL’EREMO DI S. ALBERTO 23 settembre 2018

$
0
0
CAMMINATA GOLOSA ALL’EREMO DI S. ALBERTO 23 settembre 2018

Questa escursione tra la rigogliosa natura dell’ Oltrepò Pavese collinare, ci porterà alla scoperta dell’affascinante ambiente che circonda l’abbazia medievale di S. Alberto di Butrio situata a 500 m. di altezza, in posizione panoramica sopra il rio Begna, un affluente del torrente Nizza. L’eremo è famoso per il suo ciclo di affreschi quattrocenteschi splendidamente conservati, ma anche per il mistero che circonda il suo ruolo all’interno del potente marchesato dei Malaspina. Certo è che il luogo era così strategico da essere protetto da ben due castelli. Delle due rocche oggi solo quella di Pizzocorno conserva ancora strutture identificabili lungo la cosiddetta Strada Romana o del Barbarossa a ricordo del passaggio dell’imperatore fuggiasco per questi luoghi. L’opera del monastero è stata fondamentale anche per il patrimonio gastronomico dell’Oltrepò Pavese conservando e sviluppando produzioni che vanno dai formaggi vaccini e caprini alle conserve di frutta, dal miele alle castagne fino alle erbe selvatiche per uso farmaceutico e culinario.

 

L’escursione percorrerà la mulattiera del Barbarossa e tratti del canyon del Begna restando in prevalenza tra i boschi misti di quercia e carpino e tra bellissimi castagneti secolari. Sarà anche possibile osservare numerose tracce di animali selvatici e capire come le colline dell’ Oltrepò Pavese siano ricche di biodiversità e rifugio di tante specie animali.

All’eremo di S. Alberto si effettuerà la visita guidata degli interni e si pranzerà con prodotti locali e specialità gastronomiche di origine monastica, il tutto innaffiato da vini locali.

L’atmosfera incantata del luogo è tangibile anche nel percorso di ritorno che scende a valle lungo il rio Begna, dove fenomeni erosivi hanno dato origine ad una specie di piccolo canyon con grotte ed anfratti che avevano ospitato S. Alberto ed i suoi confratelli prima della fondazione del convento.

 

Il ritrovo dei partecipanti è previsto per le ore 10:00 a Ponte Nizza (PV) in Via Italo Pietra davanti alla stazione dell’ex Ferrovia Voghera-Varzi per poi spostarsi in macchina in gruppo sotto la guida degli accompagnatori fino al punto di inizio della passeggiata. La camminata si concluderà verso le ore 16:30 al punto di partenza.

 

Grado di difficoltà: medio-facile. Lunghezza totale 8 km. circa. Sono richieste scarpe da trekking e scorta d’acqua da utilizzare durante il percorso.

 

IL COSTO E’ DI 30 € A PERSONA, 15 € PER I BAMBINI AL DI SOTTO DEGLI 8 ANNI, GRATIS PER I BAMBINI SOTTO I 4 ANNI. SCONTI PER I GRUPPI SUPERIORI ALLE 10 UNITA’.

 

E’ RICHIESTA LA PRENOTAZIONE POSSIBILMENTE ENTRO VENERDI’ 21 SETTEMBRE


Sentiero del mugnaio

$
0
0
Sentiero del mugnaio

Itinerario pubblicato con la collaborazione dell'Associazione La Pietra Verde.

Superato il paese di Colleri, in direzione Ponte Organasco, si devia a sinistra per imboccare una strada sterrata che in pochi minuti giunge ai ruderi di due antichi mulini.

I mulini ad acqua, utilizzati per macinare grano, castagne e granoturco, sono stati adoperati fino a qualche decennio fa, fino all’avvento dei più moderni mulini a cilindri. Il mulino era un luogo molto particolare, era un luogo d’incontri, perché vi s’incontravano persone di paesi diversi, che, aspettavano il loro turno per poter macinare a volte un unico e preziosissimo sacco di grano, chiacchieravano scambiandosi idee, novità e a volte concludevano affari, vendendo animali, attrezzi da lavoro e quando la fortuna li assisteva addirittura qualche pezzo di terra. La caratteristica di questi mulini era la ruota molto stretta e alta una decina di metri, ancora oggi ben visibile; questa ruota girava grazie alla spinta dell’acqua del Fosso dei Mulini.

Attraversato il Fosso dei Mulini si prosegue in leggera salita, costeggiando per qualche tratto, la strada provinciale che porta a Ponte Organasco, per inoltrarci attraverso bellissimi castagneti.

La mulattiera prosegue scendendo nella parte alta del paese di Pieve di Montarsolo

Giunti nel paese, è possibile raggiungere il Santuario della Madonna dell’Aiuto, risalente al 1400 e la famosa ultracentenaria Rovere Grossa con una circonferenza di circa 7 metri.

Il ritorno da Pieve di Montarsolo verso Colleri diventa una piacevolissima camminata attraverso bellissimi castagneti.

IL SENTIRO DELLE FONTANE E FESTA D'AUTUNNO DI POGGIO FERRATO 14 OTTOBRE 2018

$
0
0
IL SENTIRO DELLE FONTANE E FESTA D'AUTUNNO DI POGGIO FERRATO 14 OTTOBRE 2018

Poggio Ferrato è un piccolo borgo medievale affacciato a 600 metri di altezza sulla Valle del torrente Nizza, nel cuore delle colline dell’Oltrepò Pavese. Ogni anno, nella seconda domenica di ottobre, i vicoli e le piazzette tra le graziose casette in pietra locale si animano per celebrare con una frequentatissima sagra gastronomica l’arrivo dell’Autunno.

Nella mattinata di domenica 14 ottobre 2018, in occasione della tradizionale Festa d’Autunno, l’associazione Calyx organizza un’escursione guidata ad anello alla scoperta dei bei paesaggi che circondano Poggio Ferrato, caratterizzati da numerosi scorci panoramici dove antiche abitazioni rurali si alternano armoniosamente a boschi, prati ed aree coltivate nei loro caldi colori stagionali.

L’itinerario permetterà l’osservazione dei vari ecosistemi naturali presenti in questa porzione di Appennino e della particolarità geologica della zona: la ricchezza d’acqua, che da tempo immemore viene sfruttata dagli abitanti della valle per usi agricoli e domestici attraverso numerose e belle fontane visibili lungo il cammino. Con un po’ di fortuna, sarà anche possibile studiare alcune specie di uccelli, ascoltandone i richiami ed osservandone il volo e forse avvistare qualche capriolo intento a pascolare.

L’area è anche ricca di storia, a metà percorso incontreremo infatti la casa torre di Casarasco appartenuta ai marchesi Malaspina e legata alla creazione della vicina abbazia medievale di S. Alberto di Butrio.

La passeggiata si concluderà nel microborgo di Poggio Ferrato, dove i partecipanti potranno pranzare presso il punto di ristoro allestito nel centro di questa pittoresca località (le possibilità spaziano dalla polenta al sugo di cinghiale o formaggio ai salumi locali accompagnati dalle caratteristiche frittelle salate dette schite). Il pomeriggio si potrà trascorrere visitando le numerose bancarelle di artigianato e prodotti tipici installate lungo i vicoli.

L’intera escursione verrà effettuata in compagnia di due guide specializzate in eco-turismo e storia locale.

 

Il percorso totale è di 7 km, metà in salita e metà in discesa, con un dislivello di 200 m. Sono necessarie calzature da trekking e una riserva di acqua.

 Il ritrovo è previsto presso il campo sportivo di Poggio Ferrato in Via Ramniga per le ore 09:45.

 LA PARTECIPAZIONE E’ SOGGETTA A PRENOTAZIONE ENTRO SABATO 13 OTTOBRE 2018

http://www.allwebitaly.it/aggiorna-evento/f50f86ee312c935355c08556442e6fd5663ed4bb/

 

Sentiero della Muscarella

$
0
0
Sentiero della Muscarella

Itinerario pubblicato con la collaborazione dell'Associazione La Pietra Verde.

Dal paese di Brallo di Pregola si prosegue per circa 30 minuti in leggera salita fino al rifugio incustodito La Faggeta, superato il rifugio ci si inoltra in un bosco misto. Il percorso prosegue attraversando boschi di faggio e percorrendo il crinale del Monte Muscarello fino ad incrociare la Strada Provinciale del Monte Penice. Si devia a sinistra in direzione Pregola, dove si incontra, dopo poche centinaia di metri, il Centro Federale Tennis.

Questo Centro situato nella frazione di Pregola, insieme ad altri 6 centri nazionali è gestito per conto della FIT (Federazione Italiana Tennis), dall’Associazione Sportiva Luigi Orsini. I centri federali rappresentano una realtà unica in Italia: accolgono ragazzi e ragazze dai 7 ai 15 anni con le finalità di divulgare e inculcare attraverso una vacanza-sport i principi basilari di una sana cultura sportiva ed agonistica, di educazione ambientale, di vita comune.

OFIOLITI

Il percorso prosegue su strada asfaltata e dopo circa 1 km a metà strada dal paese di Brallo, si arriva in una piccola area attrezzata con tavoli da pic-nic e sorgente, denominata “La Fontanella”, procedendo sempre su strada asfaltata ancora per 1 km, si fa ritorno al paese di Brallo

“APERITIVO CON VISTA” SULL’ ALTOPIANO DI GOMO 7 SETTEMBRE 2019

$
0
0
“APERITIVO CON VISTA” SULL’ ALTOPIANO DI GOMO 7 SETTEMBRE 2019

CAMMINATA NATURALISTICA IN OLTREPO’ PAVESE CON APERITIVO PANORAMICO A BASE DI PRODOTTI TIPICI DELLA VALLE STAFFORA E VINI LOCALI

 Ritrovo ore 16:30 presso località BUSCOFA’

Via San rocco 2, 27055 Rivanazzano Terme (PV)

Proprio come nell’armadio delle Cronache di Narnia, esistono in Oltrepò Pavese, a poca distanza dalle principali arterie di comunicazione, luoghi magici e segreti dove alberi, animali, paesaggio e geologia concorrono a creare una dimensione incantata e fuori dal tempo, in cui sembra davvero possibile toccare quello che i Romantici definivano l’Infinito. Uno di questi luoghi è sicuramente quello attraversato dal Sentiero dei Castagni Secolari, un percorso che si snoda sul crinale tra la valle del torrente Staffora e quella del Rile, poco al di sopra del borgo medievale di Nazzano.

Lungo questo sentiero, l’associazione Calyx organizza per sabato 7 Settembre una facile escursione naturalistica immersa in un paesaggio rurale d’altri tempi, dove piccoli borghi contadini, con le classiche case in sasso si alternano a zone di bosco incontaminato e a piani panoramici con vista a 360 gradi su Alpi ed Appennini. L’itinerario permetterà l’osservazione di formazioni geologiche particolari, come l’orrido di Cadezzano ed il geosito di Gomo, nonché la scoperta delle essenze vegetali che compongono i variegati boschi della zona. Lungo il percorso sarà inoltre possibile osservare le impronta di molti ungulati presenti nel territorio e studiare numerose specie di uccelli, ascoltandone i richiami ed osservandone il volo.

A metà strada, in zona panoramica sull’ altopiano di Gomo, si sosterà per una lettura del paesaggio e per un’ abbondante aperitivo sul prato a base di prodotti tipici, ricette della Valle Staffora e vini locali a cura dall’organizzazione. L’escursione, guidata da una guida locale specializzata in ecoturismo, si svolgerà su strada sterrata. La distanza totale da percorrere è di circa 6 chilometri, metà in salita e metà in discesa, con un dislivello di 200 m. Sono necessarie calzature da trekking e una buona riserva di acqua. Il ritrovo è previsto per le ore 16.30 in località Buscofa’, Via San Rocco 2, 27055 Comune di Rivanazzano Terme. Il rientro alle macchine è previsto per le 20.30.

LA PARTECIPAZIONE E’ SOGGETTA A PRENOTAZIONE ENTRO LE ORE 12:00 DI SABATO 7 SETTEMBRE

 

 

IL ROMANTICO BORGO DI FORTUNAGO E I SUOI COLLI 29 settembre 2019

$
0
0

Una passeggiata in compagnia di guide locali per scoprire il pittoresco borgo medievale di Fortunago, legato alla travagliata storia d’amore tra Pietro dal Verme e Cecilia del Maino e gli splendidi paesaggi collinari scelti dal regista Paolo Virzì per dare il volto alla Brianza del suo film Il Capitale Umano.

 

Verremo accolti dalla Pro Loco di Fortunago con caffè di benvenuto prima di partire bella escursione panoramica ad anello di circa 6 km tra i bei colori della natura di fine estate. Risaliremo un tratto dell’antica via Crosia che un tempo collegava i vari centri di fondazione ligure dal caratteristico suffisso -ago. Costeggeremo la tenuta di Montebelletto al cui interno si trova La Dominante, la spettacolare villa in cui sono ambientate molte scene del famoso film di Virzì. Proseguiremo poi all’interno del Parco Naturale di Interesse Sovracomunale di Fortunago per raggiungere il colle che domina la località di Gravanago. Scenderemo poi verso il crinale che domina la Valle Ardivestra e che regala uno spettacolare mosaico di boschi, prati e campi coltivati.

A circa metà del percorso, effettueremo una sosta per gustare un rinfresco a base di prodotti locali presso un’azienda vitivinicola della zona.

Dopo il rinfresco, completeremo l’itinerario ritornando a Fortunago per un tour guidato del borgo a cura della Pro Loco.

Per conoscere le modalità di partecipazione e prenotare contattare gli organizzatori possibilmente ENTRO LE ORE 10:00 DI SABATO 28 SETTEMBRE

Viewing all 25 articles
Browse latest View live